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Per prime sono arrivate le generalità del ragazzo, “K.D”, la sua data di nascita – 10 agosto 1999 – e le generalità del padre, insieme ad una foto del piccolo sorridente di fronte alla lente della camera. 
La mail intitolata “Ragazzo disperso” era accompagnata da poche righe.
Due giorni dopo abbiamo saputo che il ragazzo minorenne era di origini siriane, aveva chiamato suo padre che si trovava ad Atene, dicendogli che si trovava “su una barca partita dalle coste turche” e che in quasi mezz’ora sarebbero arrivati a Mitilene. Era verso il 6, 7 di Marzo. Poi il padre ha perso ogni traccia si suo figlio.
Il messaggio è stato diffuso in diverse mailing list, a e nonostante fosse stato dichiarato alle Autorità, sembra che nessuno  abbia tempestivamente iniziato qualche procedura di ricerca.
Venerdì 15 marzo il vento dal Sud ha portato a riva dei cadaveri, una donna e due bambini, sulle coste di Mitilene. Domenica 17 ne sono stati scoperti altri tre, rimasti in mare per un lungo periodo (secondo il comunicato stampa). In totale sono nove le persone scomparse.
Non so come si possa sentire il padre che fino a ieri sperava di trovare suo figlio vivo, in qualche centro di detenzione dell’Egeo. Cerco di bisbigliare il suo dolore e mi affiora un perpetuo: “perché?”. Come per ogni morte – ingiusta – di un bambino.
Nove persone provenienti dalla Siria si sono perse nei passaggi dell’Egeo. In totale almeno 100 i morti nel mar Egeo dall’autunno scorso, colpiti dalla politica antimigratoria greca con la benedizione dell’Unione Europea. Una notizia si, ma persa tra le molte che girano, che entro pochi minuti vengono coperte da quella successiva. Una notizia che non fa notizia, nonostante la sua tragicità. Colpisce solo il padre che è in lutto e  i parenti. Gli altri, corrano senza fiato dietro all’attualità.
Nota 1: secondo la Commissione Europea, lo stato greco ha ottenuto in questi ultimi anni (2007-2012) un finanziamento di 374 milioni di euro per edificare una giusta politica migratoria (la Direzione delle Finanze del quartier generale della Polizia Greca è stata quella che ha ottenuto la parte più grande di questo finanziamento). I soldi continueranno ad arrivare, almeno finché il “problema” continuerà ad esistere, e finché la Grecia risulterà incapace a farvi fronte. Oltre alla guerra siriana, questa è un’ulteriore spiegazione della morte del 14enne “K.D” e degli altri piccoli compagni di viaggio di 3, 6, o 7 anni.
Nota 2: il video è stato girato dal fotografo italiano Alessandro Penso, che in questi giorni si trova a Lesbos per un reportage sull’annegamento dei migranti nel mar Egeo, commissionato da giornali e riviste spagnole (qui il video: vimeo).
Penso aveva scattato una foto che ha ottenuto il primo premio in un recente concorso. Nella foto si vede un razzista che investe dei migranti con la sua macchina a Corinto, il 24.2.2013.
 
di Natassa Strachini
Fonte: aplotaria
Traduzione di Atene Calling